Wednesday 14 March 2012

Book: Gli spazi verdi nell'antica Pompeii


First seen on ArcheoRivista, a new book about gardens and plants in Pompeii, written by A. Ciarallo:

A. Ciarallo (with appendix by C. Giordano), Gli spazi verdi dell’antica Pompei, Roma, Aracne, 2012. 680 p. 32€ (electronic version: 22€)

ISBN: 978-88-548-4509-1







Summary from the editor's site:

Nel momento stesso in cui, a partire dal 1750, i resti dell’antica Pompei, seppellita da una violenta eruzione del Vesuvio nel 79 d. C., tornarono alla luce, si delineò il rapporto tra vegetazione e rovine, ma solo poco più di un secolo dopo, quando si impose con Giuseppe Fiorelli lo scavo stratigrafico, ritornarono alla luce le superfici nella loro interezza e con esse i pavimenti, le strade e i giardini, dimostrando così che la città sepolta non era fatta di sole strade e edifici, ma anche di tantissimi spazi verdi sia pubblici che privati, di cui molti arredati: in particolare i quartieri periferici che si sviluppavano intorno all’Anfiteatro ne ospitavano un gran numero con diverse destinazioni d’uso. Solo a partire dagli anni ’70, però, con l’utilizzo di nuove tecniche di indagine, è stato possibile definire le specie che effettivamente vi si coltivavano, permettendo così ricostruzioni filologicamente più corrette. Gli orti e i giardini dell’antica Pompei costituiscono, dunque, un documento unico al mondo, perché testimoniano l’organizzazione del verde in una antica città romana, sebbene di provincia, di duemila anni fa.

Summary from Archeorivista:

Una pagina importante della riscoperta di Pompei è stata scritta dalle specie vegetali che nel corso dei facilmente si lascia avvicinare anche dai non addetti ai lavori. Il volume s’intitola “Gli spazi verdi dell’antica Pompei” ed è stato redatto da Annamaria Ciarallo, fino allo scorso anno responsabile del Laboratorio di Scienze applicate della Soprintendenza speciale di Napoli e Pompei. Un lavoro impegnativo, quello del Laboratorio, ma che ha portato negli anni a risultati davvero insperati come l’individuazione di varietà di piante assolutamente particolari e che si pensavano scomparse per sempre, ma che duemila anni fa, erano il sostentamento principale delle popolazioni della fascia vesuviana.

La dottoressa Ciarallo, con l’ausilio dell’archeologa Chiara Giordano che ha lavorato alle appendici, espone nel suo poderoso lavoro, tutti gli elementi culturali, storici e scientifici che in anni di studi e ricerche sono emersi dalle analisi di tutti i tipi di piante presenti negli orti e nei giardini pompeiani. E così platani, limoni, noci, ciliegi, mandorli, cotogni, meli, susini, melograni e i chiodi di garofano importati dall’Oriente, sono stati studiati, catalogati in modo da svelarne tutti i segreti in particolare quelli riguardanti la coltivazione.

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